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Eschilo, noto anche come Eschilo o Aeschylus in inglese, è stato uno dei grandi drammaturghi dell’antica Grecia, considerato uno dei padri della tragedia greca. Visse tra il 525 e il 456 a.C. Le informazioni dettagliate sulla sua vita sono limitate, ma possiamo delineare alcuni aspetti della sua biografia.
Eschilo nacque ad Eleusi, una città nei pressi di Atene, in Attica, intorno al 525 a.C. Apparteneva a una famiglia nobiliare, e alcuni membri della sua famiglia parteciparono alla famosa battaglia di Maratona del 490 a.C.
Eschilo fu uno dei primi drammaturghi a introdurre un secondo attore sul palco, trasformando così il teatro greco e permettendo una maggiore complessità nelle trame. Vinse il primo premio ai concorsi drammatici ateniesi numerose volte.
Scrisse circa 70 opere, ma solo sette tragedie complete sono giunte fino a noi. Tra le sue opere più famose ci sono “I Persiani,” “I Sette Contro Tebe” e la trilogia dell’Orestea composta da “Agamennone,” “Le Coefore” e “Le Eumenidi.”
Morì nel 456 a.C. a Gela, in Sicilia. La causa della sua morte è incerta, ma una leggenda narra che morì colpito da una tartaruga lanciata da un’aquila, forse erroneamente scambiato per una pietra.
Eschilo è considerato un maestro della tragedia greca e ha lasciato un’impronta indelebile sulla storia del teatro occidentale. Le sue opere affrontano temi profondi e universali, spesso esplorando il rapporto tra gli dei e gli uomini, la giustizia e le conseguenze delle azioni umane.